In the Sea There Are Crocodiles: Based on the True Story of Enaiatollah Akbari

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Maybe it's entirely because I listened to this as an audiobook, but it really just wasn't well-written. un racconto semplice, senza i fronzoli che spesso "abbelliscono" le storie vere, soprattutto di donne o uomini che arrivano dai paesi più poveri. My motive for reading it was due to my tutoring Syrian children who have come to live in our small Bavarian village. He found work along the way; made a few friends; was grateful for the kindnesses of others and never lost his courage.

He sets his sights on moving to somewhere he hears the opportunities are better, and pays people-traffickers (whose "services" he will employ well into his teens) to get him to Iran.The Boston Globe focused on "an emergent class of tech consumers that is being closely watched by the industry.

Uno stile semplice ma diretto rende comprensibile e vera la storia, che in questo caso mi sembra indicata anche per i lettori più giovani (anche se, considerando alcune scene parecchio forti, credo sia più adatto a partire dalle scuole superiori). He harbored no ill feelings toward his mother for abandoning him, just said that was probably the best option.He would skip over parts of a time period or scene that seemed more important to me or that I would have wanted to learn more about. This was a very moving story that follows Enaiatollah Akbari, an Afghani boy who at around ten years old (dates of birth are no registered in his village so he is unsure of his exact age) is whisked away from his home and siblings by his mother and taken to Quetta, Pakistan. He occasionally interjects with a question or comment, but for the most part, Akbari is just talking. Questo libro ci apre gli occhi sulla vera situazione afgana, l'emigrazione, il razzismo, l'importanza dello studio e di quanto sia pericolosa la vita di un emigrato.

When Enaiatollah Akbari was 10 years old, on the night his mother was forced to abandon him in Pakistan, she insisted that he make her three promises: that he would never do drugs, never raise a weapon against another human being and never steal. l'episodio che più mi aveva fatto sorridere e che mi aveva spinta a rimanere ad ascoltare invece che vagare per gli stand era stata la risposta pronta e sicura alla domanda, piuttosto stupida, dell'intervistatrice: "coe ti sei sentito quando il tuo amico è morto? Fa molto male leggere di un ragazzino che vive di espedienti, che fatica da mattina a sera per un tozzo di pane o per mettere in tasca qualche soldo, spesso in mano a trafficanti di uomini, costretto a nascondersi perché clandestino.

Attraverso la sua storia veniamo a conoscenza della dura e precaria vita dei clandestini in Pakistan, in Iran, in Turchia, in Grecia - una vita che sembra sospesa tra un'espulsione e un'altra, tra una nuova fuga e un nuovo viaggio. Sicuramente è più facile, avere paura e aggredire il prossimo - ma sicuramente è più bello, sapere che nel nostro piccolo abbiamo fatto qualcosa per rendere il mondo un posto migliore. Einaiat attraverserà, tra molte difficoltà e ritorni forzati, Pakistan, Iran, Turchia, Grecia per approdare finalmente in Italia da clandestino, dove dopo diverse vicissitudini, incontrerà la famiglia affidataria che gli cambierà la vita.